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Adozione: come gli allevatori e le piccole aziende agricole rispondono alla crisi

Adozione: come gli allevatori e le piccole aziende agricole rispondono alla crisi
di Fabio Spadafora

 

L’agricoltura e l’allevamento sono dei settori che permettono di lavorare nel territorio, offrendo opportunità reali e, allo stesso tempo, una risposta etica in aree dove altrimenti l’occupazione conosce una crisi importante, per motivazioni diverse.

In Calabria principalmente questa sta diventando un’opportunità di business per chi ha voglia di investire e magari reinventarsi, ma c’è bisogno di un ulteriore salto di qualità, pensando in modo nuovo, cooperativo e aperto al digitale. È importante farsi conoscere, imparare a comunicarsi, promuovere i propri prodotti e la propria realtà, non su scala mondiale, ma a target selezionati e fidelizzati.

Per fare tutto questo la rete digitale è essenziale, per mettere in connessione i mondi della tradizione e la qualità dei prodotti derivanti da allevamenti sostenibili, permettendo la diffusione di informazioni che diventano il veicolo per cui queste realtà possono sostenersi ed educare a un mondo differente da quello della grande distribuzione. Abbiamo qui raccolto alcuni esempi.

 

La Cooperativa Peralba Costalta di San Pietro di Cadore, vicino a Cortina dallo scorso 10 aprile ha messo in “adozione a distanza” la loro mandria di 40 mucche.

Pagando una quota mensile, semestrale o annuale infatti se ne può adottare una e ricevere in cambio, mensilmente, alcuni prodotti caseari fatti dalla cooperativa.

Un’iniziativa ingegnosa, che partendo dal web è arrivata ai media tradizionali, riscontrando un successo tale da rendere necessario il blocco momentaneo delle adozioni, perché (cito testualmente dal post apparso sulla loro pagina Facebook): «Le mucche per questo mese hanno dato tutto il latte che avevano».

 

L’iniziativa della Cooperativa Peralba Costalta non è un unicum in Italia. Vicino Cagliari c’è la Sardinia Farm che concede l’adozione annuale di una pecora del loro gregge.

 

La start-up lombarda 3BEE connette gli utenti con chi si occupa di apicoltura, permettendo loro di scegliere il proprio alveare di “fiducia” e seguirlo direttamente dal cellulare. In questo modo si aiutano gli apicoltori nella salvaguardia di uno degli insetti più importanti per l’ambiente e allo stesso tempo più a rischio per i cambiamenti climatici.

 

La veneta Fattoria il Rosmarino permette, insieme all’adozione di molti animali provenienti da situazioni difficili e di emergenza, anche quella di galline “antiche”, volatili in via d’estinzione che possono vivere per circa 8 anni allo stato libero, fuori da quella selezione mirata all’allevamento intensivo a cui questi animali sono altrimenti destinati.

 

Anche in Calabria abbiamo alcuni esempi di questo tipo. È di pochi giorni fa la notizia del lancio dell’iniziativa, da parte del G.A.L. (Gruppo di Azione Locale) Sila,dell’adozione di mucche provenienti da alcuni allevamenti dell’altopiano calabrese. Una iniziativa che da una parte avvicina l’allevatore al consumatore, in quanto garantisce una serie di prodotti freschi e di qualità. Dall’altra porta un altissimo valore etico: attraverso l’adozione infatti, si promuovono pratiche specifiche di allevamento, come quella biologica, e si valorizzano quegli allevatori che hanno deciso di seguire questa strada, in un ambiente oggettivamente difficile come quello calabrese.

 

Queste sono solo alcune delle storie e dei progetti che si possono pensare di realizzare quando si decide di investire nella comunicazione del proprio settore, e raccontarlo in un modo nuovo rispetto a come viene solitamente percepito o immaginato comunemente.

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