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Fili Meridiani

Catasta, uno spazio di sosta e di cultura alle porte del Pollino

Catasta, uno spazio di sosta e di cultura alle porte del Pollino

di Ursula Basta

ll centro polifunzionale progettato da Mario Cucinella Architects nel 2010 a Campotenese, per il Parco Nazionale del Pollino, viene inaugurato lo scorso luglio e vede alla nuova gestione un gruppo di quattro persone: Giovanni Gagliardi, Donato Sabatella, Sergio Senatore e Manuela Laiacona, attenti promotori del territorio calabrese, esperti di comunicazione ed energia sostenibile.

Un’occhiata alle parole

Ora, è facile e immediato vedere nelle forme evocative e nei colori e nei materiali del centro polifunzionale la catasta di legno che spesso si vede nelle zone montane.

Noi oggi però vorremmo proporre un leggero cambio di prospettiva, e delle radici della parola ne prendiamo quella greca: κατάστασις, ossia «collocazione».

Il greco collocare è ben diverso dal senso che spesso si da alla parola catasta: un gruppo di oggetti messi insieme, un ammasso di cose.

La posizione e l’architettura della Catasta bene riprendono il senso del termine “collocazione” («L’essere collocato, il luogo e il modo in cui una cosa è collocata», Treccani).

Questo luogo è già una porta del Parco Pollino, un ingresso coerente a questo territorio a margine di due regioni del Sud che molto condividono: Basilicata e Calabria. Un punto di contaminazione e dunque di ricchezza e scambio reciproco.

A ridosso poi della Catasta corre un tratto della Ciclovia dei Parchi della Calabria, 545 km di percorso ciclabile, da Nord a Sud della regione, passando per i quattro parchi: Parco Nazionale del Pollino, Parco Nazionale della Sila, Parco naturale regionale delle Serre, Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Un punto di passaggio, un gate.

Cosa troverete alla Catasta

Perché fare un giro alla Catasta? Al di là della mai scontata bellezza del luogo in cui si trova, i motivi sono molteplici. L’area espositiva propone un suggestivo percorso di approfondimento sul Pollino: aspetti ambientali, geologici, culturali e storici di un’area protetta che vanta due riconoscimenti Unesco. Ricordiamo che il Parco Nazionale del Pollino è la più grande area protetta UNESCO in Italia.

Presidio territoriale è anche presidio enogastronomico: la cucina e la bottega attraverso i loro prodotti aprono una finestra sul patrimonio agroalimentare del Parco.

E poi una libreria naturalistica del parco che raccoglie una serie di pubblicazioni che da sempre hanno ispirato ricercatori, naturalisti, storici.

La Catasta organizza anche una serie di eventi, dai contenuti trasversali, che aprono una serie di dibattiti territoriali ed extra-territoriali.

Perché non si tratta di una Cattedrale nel deserto

I presupposti del progetto della nuova gestione sono quelli di aver “creato uno spazio di esperienze, contenuti e idee per arricchire il viaggio alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino […] Più di un centro visita, operiamo come un centro di produzione culturale. Qui potete esplorare e conoscere l’immenso patrimonio del Pollino, fare un tuffo nella Storia, gustare specialità e piatti del territorio, acquistare i prodotti del Parco, partecipare ad eventi e laboratori, godervi il vostro tempo nello scenario di Campotenese. Siamo in un geosito Unesco, sulla Ciclovia dei Parchi della Calabria. Siamo il luogo da cui partire e dove approdare”.

Il deserto, quello vero è un territorio sfinito dallo spopolamento.

Ancora di più, il deserto è quello della mancanza di risorse, umane e non. Il deserto è sapere che quelle esistenti troppo spesso mancano di una visione corale su scala territoriale e legata alle specificità dei luoghi, è quello della promozione del territorio lontana anni luce dalle dal suo bacino di diversità, dal capitale umano che narra restanza e resistenza, che cerca di fare, sempre e comunque.

Catasta Pollino è un luogo fisico aperto. Presidio narrativo della ricchezza territoriale, storica, antropologica di una Calabria meravigliosa, ricca, aperta. Luogo di passaggio, approdo, luogo di discussione.

Ne abbiamo bisogno? Come l’aria.

Come abbiamo bisogno di luoghi aperti, di porti, di persone coraggiose, di impegno sociale e civile, di incontrarci, di confrontarci.

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