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Fili Meridiani

Moti i madh: il “Tempo Grande” arbëreshë candidato a Patrimonio Unesco

Moti i madh: il “Tempo Grande” arbëreshë candidato a Patrimonio Unesco

di Ursula Basta

 

A Gennaio siamo stati a Cosenza, ospiti del prof. Francesco Altimari, Presidente della Fondazione “F. Solano” e professore di lingua e letteratura albanese presso l’Università della Calabria, per parlare di “Moti i madh”.

Moti i madh

Un grande e importante progetto, che candida alla commissione nazionale Unesco la cultura immateriale degli albanesi d’Italia a patrimonio universale.

Come ci racconta il professore, Moti i madh (che vuol dire Tempo Grande) è un tentativo di mettere insieme i beni culturali immateriali, finora trascurati, delle 50 comunità arbëreshe presenti in sette regioni italiane (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia) e riconosciute dalla legge quadro nazionale n. 482/1999 “Norme di in materia di tutela delle minoranze linguistiche e storiche”.

Un insieme di pratiche rituali e cerimoniali custodite nei secoli che ne accomunano storia e cultura e che << rientrano nell’originario ciclo delle feste della primavera e propongono nelle diverse comunità italo-albanesi eventi che attualizzano temi e motivi arcaici di straordinaria suggestione >> – come si legge nell’articolo dedicato della Fondazione.

La candidatura è stata sostenuta dal FAI, tramite la stipula di un protocollo d’intesa con la Fondazione Solano. Vede inoltre il sostegno del Mibact, grazie al lavoro della Sottosegretaria del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Anna Laura Orrico; il supporto del Governo della Repubblica d’Albania attraverso il Ministero della Cultura Albanese nelle persone del Ministro Elva Margariti, ma anche dal Vice-Ministro Meri Kumbe.

Cosa rappresenta oggi questo racconto

“Tempo Grande” è un’espressione coniata da Girolamo De Rada, che nella cultura albanese fa riferimento al tempo di Scanderbeg.

Nell’ottica del progetto e della proposta, questo diventa il racconto di un altro volto del Meridione d’Italia, il cui riconoscimento rappresenterebbe un’importante conquista per la tutela stessa dell’intero patrimonio storico e culturale italiano. Un patrimonio comune condiviso con gli altri popoli europei che ci rende testimoni di una verità importante: l’umanità tutta ha radici comuni. La civiltà dell’uomo ha fatto dello scambio un motore di crescita e di evoluzione.

Per quanto riguarda la nostra regione, l’immenso patrimonio culturale rappresentato dalle minoranze linguistiche in Calabria (occitana, arbëreshe e grecanica), se valorizzato e tutelato rappresenterebbe un motore di attrazione importante per il turismo culturale di una parte importante e vasta del territorio italiano.

Fili meridiani e l’identità arbëreshe

La nostra associazione ha radici arbëreshë, che sono quelle dei soci fondatori. La sede si trova oggi a Pallagorio, come scelta strategica e etica soprattutto. Una parte interna della provincia crotonese che conserva da sempre un forte e distinto carattere. Fin dagli anni ’80 ha infatti operato una politica di apertura nei confronti dei luoghi di origine di queste comunità, credendo e operando in una direzione di specificità e progetti di contaminazione.

Fili meridiani vuole riprendere questo fil rouge, insieme a tutte le relazioni che distinguono questa parte di territorio, con la volontà di creare nuovi scambi e nuove opportunità: culturali, sociali, lavorative.

La nostra identità è uno dei valori fondanti e determinanti delle scelte che operiamo come associazione e della sua visione. Noi crediamo a strategie fondate sulla cultura, come veicolo di ricchezza e opportunità.

In questa direzione, Fili Meridiani ospiterà una serie di webinar per approfondire il valore di questa importante candidatura, ospitando volta per volta ospiti di portata regionale e nazionale.

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